Approccio statistico
Un primo criterio di analisi del corpus edito dei trattati italiani di canto fermo è di tipo statistico e riguarda la restituzione di dati quantitativi e di natura cronica e topica. L'arco cronologico editoriale si articola in tre fasi.
Sebbene i primi trattati appaiano rapidamente dopo l'invenzione della stampa musicale, essi rimangono numericamente pochi durante il Cinquecento. La frequenza di pubblicazione cambia rapidamente sin dall'inizio del secolo succesivo: una quarantina di trattati, quasi tutti originali, furono confezionati durante il Seicento. L'attività editoriale del Settecento è ancora più importante, ma di natura diversa. Per questo ultimo periodo, l'aumento complessivo della quantità di edizioni di metodi di canto fermo dipende soprattutto dalla ristampa o riedizione di trattati della fine del Seicento.
Casi di edizioni multiple esistevano già nel Cinquecento (cfr., per esempio, le tre per l'Introdutione facilissima e novissima di Lusitano, stampate tra il 1553 e il 1561), ma è solo nel Settecento che alcuni autori, anche scomparsi, divennero dei "classici" del canto fermo.
Nella maggioranza dei casi, i trattati con più riedizioni furono impiegati per alcuni decenni. Alcuni, come i metodi di Matteo Coferati (1682) e di Angelo Michele Bertalotti (1698), furono stampati e, indubbiamente, utilizzati per quasi un secolo e mezzo. Questo successo suggerisce una certa continuità tra il Settecento e l'Ottocento, almeno rispetto ai metodi dell'insegnamento del canto fermo.
Per quanto riguarda i luoghi di stampa, la loro distribuzione mostra una progressiva diversificazione. I primi trattati sono prodotti nella zona in cui la stampa musicale si è sviluppata precocemente (Venezia, Brescia, Milano). Altri poli editoriali emergono nella prima metà del Seicento (Bologna, Parma, Firenze e Napoli), e la loro presenza indica una crescita degli artigiani interessati a questo tipo di edizioni. La seconda metà del medesimo secolo conferma quest'evoluzione con nuovi trattati stampati a Padova, Lucca e soprattutto Modena. La pluralità di luoghi aumenta ancora nel secolo XVIII con libri prodotti a Cremona, Urbino, Bergamo, Frascati, Pinerolo, Siena e Palermo. Questa fase sembra anticipare il moltiplicarsi delle località di stampa nell'Ottocento (Vicenza, Montefiascone, Cagliari, Loreto, Seregno ecc.), sebbene di minore importanza e più periferiche.